Puglia Open Days: gli appuntamenti da non perdere
Riparte Puglia Open Days, il ricco programma di aperture straordinarie con visite guidate gratuite nei maggiori attrattori culturali e turistici della regione. Promosso dall'Assessorato regionale al Turismo e attuato da Pugliapromozione, in accordo con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, la Conferenza Episcopale Pugliese, l’ANCI Puglia, quest’anno il più atteso programma di fruizione turistica dei siti e beni culturali pugliesi non si svolge soltanto nei mesi estivi, da luglio a settembre, ma diventa un appuntamento valido per tutto l’anno, a partire dalla Settimana Santa e poi fino a giugno e da ottobre a dicembre, in coincidenza con le principali festività di stagione, nelle città capoluogo e nelle maggiori destinazioni turistiche della regione. Dalle 20 alle 23, nel sabato della Settimana Santa (19 aprile) e nei sabato del ponte dalla Festa di Liberazione, della Festa del Lavoro, della Festa della Repubblica ( 26 aprile, il 3 e il 31 maggio) l'accesso a musei, aree archeologiche, castelli, cattedrali, chiese, sinagoghe, teatri, palazzi storici, siti ipogei è libero.
A Taranto: porte spalancate al MARTA, il Museo Archeologico di Taranto, tra i maggiori scrigni dell’archeologia italiana, certamente il più importante del Sud Italia. Nei giorni di Giovedì, Venerdì e Sabato Santo, ingresso gratuito con visite guidate, dalle 20 alle 23; nella Domenica di Pasqua e Lunedì di Pasquetta, durante l’orario di apertura ordinario (dalle 9.30 alle 19.30), il ticket d’ingresso include, per quanti lo vorranno, la visita guidata gratuita. Gli altri luoghi aperti della Città dei Due Mari sono l’Area Archeologica che include le tombe a camera, la necropoli di epoca greca, l’ipogeo funerario nel Palazzo delli Ponti e la Chiesa ipogea Cripta del Redentore. Inoltre, aperto eccezionalmente anche il Palazzo Pantaleo, uno dei pochi palazzi settecenteschi di Taranto vecchia rimasti intatti, che s’affaccia sul Mar Grande. L’area archeologica urbana e il Palazzo Pantaleo sono fruibili dal Giovedì al Sabato Santo, dalle 20.00 alle 23.00, e nei giorni di Pasqua e Pasquetta, con orario continuato dalle 9.00 alle 19.00. Visitabile anche la Cattedrale di Taranto e il Museo Diocesano, nella sera di sabato 19 aprile, dalle 20 alle 23. Le aperture straordinarie e le visite guidate presso il MarTA, l’Area Archeologica Urbana, la Cattedrale di San Cataldo e il Museo Diocesano, si ripeteranno nei sabato 26 aprile, 3 e 31 maggio, sempre dalle 20 alle 23. Inoltre, con gli itinerari “Città da toccare” e “Vicoli come cortili”, la visita guidata nella Città Vecchia di Taranto è pensata davvero per tutti, includendo i disabili e i bambini. Tra i luoghi aperti, il Castello Aragonese (nella cui Galleria Comunale è ospitato l’ufficio IAT) con visite guidate gratuite, a cura del personale della Marina Militare, tutti i giorni, festivi inclusi, dalle 9.30 alle 23.00.
Diversi gli appuntamenti anche in altre città della Puglia:
Sul Gargano aperture straordinarie e visite guidate a Foggia e Monte Sant’Angelo. Nel capoluogo è possibile ammirare i gioielli archeologici, artistici ed etnografici custoditi nel Museo Civico e visitare la Cattedrale. A Monte Sant’Angelo, il centro storico è raccontato ai più piccoli con storie e leggende dell’Arcangelo guerriero. Inoltre, è possibile immergersi nella suggestione mistica del Santuario di San Michele Arcangelo o nel silenzio dell’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, scoprire il Castello che domina il borgo o scoprire le ricchezze del Museo delle Arti Popolari del Gargano.
A Barletta, nei vicoli della Città della Disfida, in programma passeggiate accessibili a tutti e visite guidate per i bambini; visite guidate al Castello Svevo, alla Cattedrale con i suoi scavi archeologici, alla Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” nel Palazzo della Marra. L’apertura straordinaria della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, nota come la Chiesa dei Greci, è un invito a scoprire il fascino e la religiosità orientale in questo straordinario capoluogo adriatico.
A Trani invece, visite guidate nel centro storico, al Castello Svevo, alla Cattedrale di San Nicola Pellegrino, tra le più belle cattedrali romaniche delle Puglia, alla Sinagoga Scolanova, unica sinagoga nella nostra regione. A Bari aperti tutti i luoghi simbolo: il Castello Svevo, la Cattedrale di San Sabino e la Basilica di San Nicola. Bari si svela in profondità con l’affascinante viaggio nella “Bari sotterranea”, il percorso nella città sotto la città, lungo un itinerario che dal Castello Svevo, tra sotterranei e cunicoli, conduce sino alla Cattedrale e all’area archeologica di Palazzo Simi. Per le aperture speciali sempre a Bari si comincia dal Teatro Petruzzelli, icona della cultura pugliese in Europa e nel Mediterraneo. Apertura straordinaria con visite guidate al politeama, dalle 18.00 alle 20.00 di sabato 19 aprile, 10, 17 e 31 maggio, 17 e 28 giugno. La Cattedrale di San Sabino e la Basilica di San Nicola saranno aperte con orario continuato, dalle 7 del mattino alle 8 di sera, tutti i giorni dal 17 al 30 aprile, dal 1 al 4 maggio, l’1 e il 2 giugno, il sabato e la domenica dei fine settimana di maggio e di giugno.
In Valle d’Itria, appuntamenti ad Alberobello, Martina Franca e Ostuni. La Città dei Trulli, esempio unico e irripetibile di un abitato composto dalle caratteristiche “case contadine” pugliesi, con l’itinerario “trulli senza barriere” diventa accessibile ai disabili. A Martina Franca, patria del Festival della Valle d’Itria, sono visitabili il Palazzo Ducale e la Basilica di San Martino. A Ostuni è aperta la Concattedrale e le visite guidate al centro storico si arricchiscono dei “racconti della Città Bianca” per i più piccoli.
A Brindisi sono visitabili il Palazzo Granafei Nervegna, il prestigioso palazzo rinascimentale che custodisce il capitello originale di una delle due colonne terminali della Via Appia oltre che a diverse mostre d’arte e manifestazioni culturali, la Casa del Turista sul riqualificato lungomare Margherita, il tempio di San Giovanni al Sepolcro, il MAPRI - Museo Archeologico Provinciale “Francesco Ribezzo”, il Museo Diocesano “Giovanni Tarantini” nella Chiesa di Santa Teresa sulla piazza omonima. Una passeggiata accessibile a tutti conduce i visitatori di Brindisi “sui passi di Federico II”, mentre riporta al tempo dei romani e sul tratto urbano della Via Appia la visita guidata dal titolo “Brundisium” con attività per i più piccoli.
Ancora a Lecce, città candidata a Capitale della Cultura 2019, sono da ammirare il Duomo e la Basilica di Santa Croce, il Castello Carlo V (ospita anche l’ufficio IAT) con il museo della cartapesta e i sotterranei, il MUST – Museo Civico Storico, il Palazzo Vernazza. Il tema della visita guidata nel cuore del centro storico è “Lecce incontra i piccoli turisti”, con percorsi tematici e didattici per i bimbi. Dal 17 al 30 aprile, dal 1 al 4 maggio, l’1 e il 2 giugno e in tutti i fine settimana di maggio e giugno, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20, sono aperti il Duomo, la Basilica di Santa Croce, la Chiesa di Sant’Irene (nota anche come la Chiesa dei Teatini), la Chiesa di San Matteo, la Chiesa di Santa Chiara e la Basilica del Rosario.
A Gallipoli, sulla costa jonica, i miti e le leggende animano la visita guidata per i più piccoli nel centro storico. Porte aperte e visite guidate al sistema museale della “Città Bella” che include il Museo Civico “Emanuele Barba” con la Sala della Collezione Coppola, il Museo del Mare, il Teatro Garibaldi, ma anche al grande patrimonio di beni culturali ecclesiastici che annovera la Cattedrale di Sant’Agata, il Santuario della Madonna del Canneto, il Museo Diocesano, le chiese confraternali di San Francesco d’Assisi, del Santissimo Crocifisso, di San Francesco di Paola.
A Otranto infine, sulla costa adriatica, dalle 20 alle 21.30, la cappella dei Martiri e il grandioso mosaico, enciclopedia d’immagini e cultura medievali, stupisce i visitatori della Cattedrale di Santa Maria Annunziata. Da non perdere, sempre dalle 20 alle 21.30, anche la Chiesa bizantina di San Pietro, con numerosi affreschi di varie epoche, iscrizioni greche, forse la primitiva cattedrale di questa Città protesa a Oriente.
Per ricevere informazioni sulle attività di Puglia Open Days e sui luoghi da visitare, ma anche per richiedere interpreti LIS e un’assistenza dedicata per i disabili, è possibile contattare gli uffici di informazione e accoglienza turistica della Rete Regionale degli Uffici IAT di Puglia. Informazioni e aggiornamenti sono consultabili sul sito www.viaggiareinpuglia.it o scrivendo all’indirizzo: info@pugliaopendays.com
Riparte Puglia Open Days, il ricco programma di aperture straordinarie con visite guidate gratuite nei maggiori attrattori culturali e turistici della regione. Promosso dall'Assessorato regionale al Turismo e attuato da Pugliapromozione, in accordo con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, la Conferenza Episcopale Pugliese, l’ANCI Puglia, quest’anno il più atteso programma di fruizione turistica dei siti e beni culturali pugliesi non si svolge soltanto nei mesi estivi, da luglio a settembre, ma diventa un appuntamento valido per tutto l’anno, a partire dalla Settimana Santa e poi fino a giugno e da ottobre a dicembre, in coincidenza con le principali festività di stagione, nelle città capoluogo e nelle maggiori destinazioni turistiche della regione. Dalle 20 alle 23, nel sabato della Settimana Santa (19 aprile) e nei sabato del ponte dalla Festa di Liberazione, della Festa del Lavoro, della Festa della Repubblica ( 26 aprile, il 3 e il 31 maggio) l'accesso a musei, aree archeologiche, castelli, cattedrali, chiese, sinagoghe, teatri, palazzi storici, siti ipogei è libero.
A Taranto: porte spalancate al MARTA, il Museo Archeologico di Taranto, tra i maggiori scrigni dell’archeologia italiana, certamente il più importante del Sud Italia. Nei giorni di Giovedì, Venerdì e Sabato Santo, ingresso gratuito con visite guidate, dalle 20 alle 23; nella Domenica di Pasqua e Lunedì di Pasquetta, durante l’orario di apertura ordinario (dalle 9.30 alle 19.30), il ticket d’ingresso include, per quanti lo vorranno, la visita guidata gratuita. Gli altri luoghi aperti della Città dei Due Mari sono l’Area Archeologica che include le tombe a camera, la necropoli di epoca greca, l’ipogeo funerario nel Palazzo delli Ponti e la Chiesa ipogea Cripta del Redentore. Inoltre, aperto eccezionalmente anche il Palazzo Pantaleo, uno dei pochi palazzi settecenteschi di Taranto vecchia rimasti intatti, che s’affaccia sul Mar Grande. L’area archeologica urbana e il Palazzo Pantaleo sono fruibili dal Giovedì al Sabato Santo, dalle 20.00 alle 23.00, e nei giorni di Pasqua e Pasquetta, con orario continuato dalle 9.00 alle 19.00. Visitabile anche la Cattedrale di Taranto e il Museo Diocesano, nella sera di sabato 19 aprile, dalle 20 alle 23. Le aperture straordinarie e le visite guidate presso il MarTA, l’Area Archeologica Urbana, la Cattedrale di San Cataldo e il Museo Diocesano, si ripeteranno nei sabato 26 aprile, 3 e 31 maggio, sempre dalle 20 alle 23. Inoltre, con gli itinerari “Città da toccare” e “Vicoli come cortili”, la visita guidata nella Città Vecchia di Taranto è pensata davvero per tutti, includendo i disabili e i bambini. Tra i luoghi aperti, il Castello Aragonese (nella cui Galleria Comunale è ospitato l’ufficio IAT) con visite guidate gratuite, a cura del personale della Marina Militare, tutti i giorni, festivi inclusi, dalle 9.30 alle 23.00.
Diversi gli appuntamenti anche in altre città della Puglia:
Sul Gargano aperture straordinarie e visite guidate a Foggia e Monte Sant’Angelo. Nel capoluogo è possibile ammirare i gioielli archeologici, artistici ed etnografici custoditi nel Museo Civico e visitare la Cattedrale. A Monte Sant’Angelo, il centro storico è raccontato ai più piccoli con storie e leggende dell’Arcangelo guerriero. Inoltre, è possibile immergersi nella suggestione mistica del Santuario di San Michele Arcangelo o nel silenzio dell’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, scoprire il Castello che domina il borgo o scoprire le ricchezze del Museo delle Arti Popolari del Gargano.
A Barletta, nei vicoli della Città della Disfida, in programma passeggiate accessibili a tutti e visite guidate per i bambini; visite guidate al Castello Svevo, alla Cattedrale con i suoi scavi archeologici, alla Pinacoteca “Giuseppe De Nittis” nel Palazzo della Marra. L’apertura straordinaria della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, nota come la Chiesa dei Greci, è un invito a scoprire il fascino e la religiosità orientale in questo straordinario capoluogo adriatico.
A Trani invece, visite guidate nel centro storico, al Castello Svevo, alla Cattedrale di San Nicola Pellegrino, tra le più belle cattedrali romaniche delle Puglia, alla Sinagoga Scolanova, unica sinagoga nella nostra regione. A Bari aperti tutti i luoghi simbolo: il Castello Svevo, la Cattedrale di San Sabino e la Basilica di San Nicola. Bari si svela in profondità con l’affascinante viaggio nella “Bari sotterranea”, il percorso nella città sotto la città, lungo un itinerario che dal Castello Svevo, tra sotterranei e cunicoli, conduce sino alla Cattedrale e all’area archeologica di Palazzo Simi. Per le aperture speciali sempre a Bari si comincia dal Teatro Petruzzelli, icona della cultura pugliese in Europa e nel Mediterraneo. Apertura straordinaria con visite guidate al politeama, dalle 18.00 alle 20.00 di sabato 19 aprile, 10, 17 e 31 maggio, 17 e 28 giugno. La Cattedrale di San Sabino e la Basilica di San Nicola saranno aperte con orario continuato, dalle 7 del mattino alle 8 di sera, tutti i giorni dal 17 al 30 aprile, dal 1 al 4 maggio, l’1 e il 2 giugno, il sabato e la domenica dei fine settimana di maggio e di giugno.
In Valle d’Itria, appuntamenti ad Alberobello, Martina Franca e Ostuni. La Città dei Trulli, esempio unico e irripetibile di un abitato composto dalle caratteristiche “case contadine” pugliesi, con l’itinerario “trulli senza barriere” diventa accessibile ai disabili. A Martina Franca, patria del Festival della Valle d’Itria, sono visitabili il Palazzo Ducale e la Basilica di San Martino. A Ostuni è aperta la Concattedrale e le visite guidate al centro storico si arricchiscono dei “racconti della Città Bianca” per i più piccoli.
A Brindisi sono visitabili il Palazzo Granafei Nervegna, il prestigioso palazzo rinascimentale che custodisce il capitello originale di una delle due colonne terminali della Via Appia oltre che a diverse mostre d’arte e manifestazioni culturali, la Casa del Turista sul riqualificato lungomare Margherita, il tempio di San Giovanni al Sepolcro, il MAPRI - Museo Archeologico Provinciale “Francesco Ribezzo”, il Museo Diocesano “Giovanni Tarantini” nella Chiesa di Santa Teresa sulla piazza omonima. Una passeggiata accessibile a tutti conduce i visitatori di Brindisi “sui passi di Federico II”, mentre riporta al tempo dei romani e sul tratto urbano della Via Appia la visita guidata dal titolo “Brundisium” con attività per i più piccoli.
Ancora a Lecce, città candidata a Capitale della Cultura 2019, sono da ammirare il Duomo e la Basilica di Santa Croce, il Castello Carlo V (ospita anche l’ufficio IAT) con il museo della cartapesta e i sotterranei, il MUST – Museo Civico Storico, il Palazzo Vernazza. Il tema della visita guidata nel cuore del centro storico è “Lecce incontra i piccoli turisti”, con percorsi tematici e didattici per i bimbi. Dal 17 al 30 aprile, dal 1 al 4 maggio, l’1 e il 2 giugno e in tutti i fine settimana di maggio e giugno, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20, sono aperti il Duomo, la Basilica di Santa Croce, la Chiesa di Sant’Irene (nota anche come la Chiesa dei Teatini), la Chiesa di San Matteo, la Chiesa di Santa Chiara e la Basilica del Rosario.
A Gallipoli, sulla costa jonica, i miti e le leggende animano la visita guidata per i più piccoli nel centro storico. Porte aperte e visite guidate al sistema museale della “Città Bella” che include il Museo Civico “Emanuele Barba” con la Sala della Collezione Coppola, il Museo del Mare, il Teatro Garibaldi, ma anche al grande patrimonio di beni culturali ecclesiastici che annovera la Cattedrale di Sant’Agata, il Santuario della Madonna del Canneto, il Museo Diocesano, le chiese confraternali di San Francesco d’Assisi, del Santissimo Crocifisso, di San Francesco di Paola.
A Otranto infine, sulla costa adriatica, dalle 20 alle 21.30, la cappella dei Martiri e il grandioso mosaico, enciclopedia d’immagini e cultura medievali, stupisce i visitatori della Cattedrale di Santa Maria Annunziata. Da non perdere, sempre dalle 20 alle 21.30, anche la Chiesa bizantina di San Pietro, con numerosi affreschi di varie epoche, iscrizioni greche, forse la primitiva cattedrale di questa Città protesa a Oriente.
Per ricevere informazioni sulle attività di Puglia Open Days e sui luoghi da visitare, ma anche per richiedere interpreti LIS e un’assistenza dedicata per i disabili, è possibile contattare gli uffici di informazione e accoglienza turistica della Rete Regionale degli Uffici IAT di Puglia. Informazioni e aggiornamenti sono consultabili sul sito www.viaggiareinpuglia.it o scrivendo all’indirizzo: info@pugliaopendays.com
In Italia e a Taranto, Terzo settore e volontariato in salute
Sono stati presentati i dati della ricerca del CSV Taranto sul volontariato tarantino. Il barometro del Terzo Settore in generale a livello nazionale, e a Taranto in particolare, segna “bel tempo”, nonostante la crisi e i tagli che nel nostro Paese hanno colpito anche il welfare. È il dato principale scaturito dal seminario “Gli attori del Terzo Settore. Cooperative sociali, imprese sociali, associazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale” tenutosi nel pomeriggio di lunedì 24 marzo, presso la Camera di Commercio di Taranto, una iniziativa organizzata insieme da Confcooperative, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili e Centro Servizi Volontariato di Taranto, con il patrocinio della Camera di Commercio di Taranto.
L’iniziativa rappresenta una delle tappe di un più ampio percorso di collaborazione che, nei prossimi mesi, vedrà gli enti organizzatori portare avanti insieme ulteriori iniziative di approfondimento sui temi legati al Terzo settore. Aprendo i lavori Carlo Martello, presidente del CSV Taranto, ha sottolineato come, a fronte di una straordinaria capacità del Terzo settore di riuscire a superare ostacoli di ogni genere che quotidianamente incontra per svolgere le proprie attività nel sociale, spesso coadiuvando - se non proprio sostituendo - in molti settori il “pubblico”, si deve registrare una scarsa propensione della burocrazia a sostenere questi sforzi, quasi che venga visto con “diffidenza” un settore che, per riuscire ad essere più vicino ai problemi e a chi vive un disagio, è naturalmente portato a muoversi con maggiore dinamicità. Nell'occasione il Centro Servizi Volontariato di Taranto – presenti il direttore Camilla Lazzoni e Anna Lucia Brunetti dell’Area assistenza tecnica - ha colto l’occasione per presentare le prime rilevanze della ricerca sul volontariato locale, realizzata “intervistando” 98 associazioni di volontariato di Taranto e provincia, un campione significativo (il 25%) delle circa 400 associazioni del territorio jonico. In generale le organizzazioni di volontariato joniche sono ben strutturate con una organizzazione interna che riesce a gestire adeguatamente le attività, un dato molto positivo, mentre pochissime associazioni (l’11%) ricorre a personale remunerato.
Più della metà dei volontari si impegna per oltre cinque ore alla settimana, garantendo così un apporto sufficientemente continuativo alle attività; gran parte dei volontari sono adulti (il 50% ha un età compresa tra i 35 e i 64 anni); la parità di genere è garantita con una equa ripartizione dei volontari tra i due sessi e, inoltre, c’è un adeguato turn over dei volontari nelle associazioni. Note dolenti vengono dalle risorse: pochissime associazioni di volontariato hanno una sede propria, e anche quelle che l’hanno quasi sempre la condividono con altri organismi; il 65%, inoltre, dispone di un budget annuo inferiore a 10.000 euro che proviene prevalentemente dall'autofinanziamento. In generale il volontariato locale dimostra comunque una buona vitalità: negli ultimi due anni, infatti, solo il 5% ha ridotto le sue attività, mentre il 38% sta realizzando anche progetti che, in gran parte dei casi, prevedono una partnership tra più soggetti di diverso tipo.
I settori più “gettonati” sono l’assistenza sociale (45%) e l’area sanitaria (20%), mentre percentuali minori interessano le altre aree di intervento come ambiente, cultura e protezione civile. Positivi anche i dati che riguardano il Terzo settore a livello nazionale: negli ultimi dieci anni, infatti, ha registrato un crescente trend positivo. Il recente Censimento del non profit ha fornito una “fotografia” di un settore caratterizzato da grande dinamicità: nell’ultimo decennio in Italia gli enti non profit sono aumentati del 28%, una percentuale che in Puglia si attesta al 24,5%.
Il Censimento mostra un non profit italiano costituito principalmente da associazioni non riconosciute (66,7%) e riconosciute (22,7%), seguite dal cooperative sociali, fondazioni e istituzioni con altra forma giuridica, rappresentate principalmente da enti ecclesiastici, comitati, società di mutuo soccorso, istituzioni sanitarie o educative, i cui ambiti di attività prevalente risultano essere quello della cultura, sport e ricreazione e quello dell’assistenza sociale.
Sono stati presentati i dati della ricerca del CSV Taranto sul volontariato tarantino. Il barometro del Terzo Settore in generale a livello nazionale, e a Taranto in particolare, segna “bel tempo”, nonostante la crisi e i tagli che nel nostro Paese hanno colpito anche il welfare. È il dato principale scaturito dal seminario “Gli attori del Terzo Settore. Cooperative sociali, imprese sociali, associazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale” tenutosi nel pomeriggio di lunedì 24 marzo, presso la Camera di Commercio di Taranto, una iniziativa organizzata insieme da Confcooperative, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili e Centro Servizi Volontariato di Taranto, con il patrocinio della Camera di Commercio di Taranto.
L’iniziativa rappresenta una delle tappe di un più ampio percorso di collaborazione che, nei prossimi mesi, vedrà gli enti organizzatori portare avanti insieme ulteriori iniziative di approfondimento sui temi legati al Terzo settore. Aprendo i lavori Carlo Martello, presidente del CSV Taranto, ha sottolineato come, a fronte di una straordinaria capacità del Terzo settore di riuscire a superare ostacoli di ogni genere che quotidianamente incontra per svolgere le proprie attività nel sociale, spesso coadiuvando - se non proprio sostituendo - in molti settori il “pubblico”, si deve registrare una scarsa propensione della burocrazia a sostenere questi sforzi, quasi che venga visto con “diffidenza” un settore che, per riuscire ad essere più vicino ai problemi e a chi vive un disagio, è naturalmente portato a muoversi con maggiore dinamicità. Nell'occasione il Centro Servizi Volontariato di Taranto – presenti il direttore Camilla Lazzoni e Anna Lucia Brunetti dell’Area assistenza tecnica - ha colto l’occasione per presentare le prime rilevanze della ricerca sul volontariato locale, realizzata “intervistando” 98 associazioni di volontariato di Taranto e provincia, un campione significativo (il 25%) delle circa 400 associazioni del territorio jonico. In generale le organizzazioni di volontariato joniche sono ben strutturate con una organizzazione interna che riesce a gestire adeguatamente le attività, un dato molto positivo, mentre pochissime associazioni (l’11%) ricorre a personale remunerato.
Più della metà dei volontari si impegna per oltre cinque ore alla settimana, garantendo così un apporto sufficientemente continuativo alle attività; gran parte dei volontari sono adulti (il 50% ha un età compresa tra i 35 e i 64 anni); la parità di genere è garantita con una equa ripartizione dei volontari tra i due sessi e, inoltre, c’è un adeguato turn over dei volontari nelle associazioni. Note dolenti vengono dalle risorse: pochissime associazioni di volontariato hanno una sede propria, e anche quelle che l’hanno quasi sempre la condividono con altri organismi; il 65%, inoltre, dispone di un budget annuo inferiore a 10.000 euro che proviene prevalentemente dall'autofinanziamento. In generale il volontariato locale dimostra comunque una buona vitalità: negli ultimi due anni, infatti, solo il 5% ha ridotto le sue attività, mentre il 38% sta realizzando anche progetti che, in gran parte dei casi, prevedono una partnership tra più soggetti di diverso tipo.
I settori più “gettonati” sono l’assistenza sociale (45%) e l’area sanitaria (20%), mentre percentuali minori interessano le altre aree di intervento come ambiente, cultura e protezione civile. Positivi anche i dati che riguardano il Terzo settore a livello nazionale: negli ultimi dieci anni, infatti, ha registrato un crescente trend positivo. Il recente Censimento del non profit ha fornito una “fotografia” di un settore caratterizzato da grande dinamicità: nell’ultimo decennio in Italia gli enti non profit sono aumentati del 28%, una percentuale che in Puglia si attesta al 24,5%.
Il Censimento mostra un non profit italiano costituito principalmente da associazioni non riconosciute (66,7%) e riconosciute (22,7%), seguite dal cooperative sociali, fondazioni e istituzioni con altra forma giuridica, rappresentate principalmente da enti ecclesiastici, comitati, società di mutuo soccorso, istituzioni sanitarie o educative, i cui ambiti di attività prevalente risultano essere quello della cultura, sport e ricreazione e quello dell’assistenza sociale.
Taranto è ufficialmente candidata a Capitale Europea della Cultura 2019
È scaduto ieri il termine ultimo entro il quale presentare, al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il dossier contenente le motivazioni per le quali riconoscere a Taranto il superamento della preselezione, al confronto con le altre città italiane, tutte ovviamente agguerrite, per l'ambito riconoscimento. Il documento, la cui stesura definitiva si compone di novanta pagine complessive, era stato già approvato all'unanimità di voti, al Consiglio Comunale nella seduta dell'11 settembre scorso. Ora invece dovrà essere esaminato in commissione europea in termini di contenuti e proposte. Si entra nel vivo della candidatura di Taranto, dunque, in un percorso che durerà sei anni, per la sua designazione come punto di riferimento culturale.
Di seguito, alcuni passaggi dell'elaborato definitivo, inviato nei giorni scorsi agli organi che ne dovranno giudicare i contenuti.
Perché la città desidera partecipare alla competizione per il titolo di Capitale Europea della Cultura?
«La partecipazione di Taranto alla candidatura di Capitale Europea della Cultura si fonda su solide basi stratificatesi nel corso dei millenni. Il dato di maggior valore è tuttora riconoscibile nel complesso naturale e paesaggistico che, per quanto manomesso, alterato, eccessivamente urbanizzato, esprime con grande evidenza, le vocazioni culturali, sociali ed economiche del territorio jonico. Tale rapporto con il mare si articola, sia nella grande rada esterna di mar Grande, che collega la città ai grandi traffici, al mondo, promuovendo il suo ruolo di Capitale in diversi momenti della storia, sia nell'intimo e protetto seno di mar Piccolo, centro dalla storia più intima della città». Il Progetto intende pertanto riportare nell’attualità le antiche funzioni del mare, «intervenendo nella valorizzazione dei traffici commerciali internazionali ed in quelli turistici, aggiornando l’antica attrazione da sempre esercitata da Taranto sulle rotte europee e mediterranee». Nel documento viene anche ricordata l'importanza di Taras, che diede origine alla storia culturale di Roma. Taranto è infatti presente nella poesia latina di Orazio, Virgilio e Properzio e nella poesia neolatina di Giovanni Pascoli. A tal scopo la città, «è obbligata, dalle pressioni della storia, ad aprire al mondo dei giovani il lascito culturale rianimato in proposte artistiche, filmiche e poetiche da promuovere in Europa con incontri e festival biennali. Il Progetto si propone di aggiornare, diffondere e consolidare queste conoscenze, istituendo continui incontri e scambi con i giovani europei, rafforzando i gemellaggi, oltre quelli già esistenti con città dell’Europa».
Inoltre «le vaste aree archeologiche dell’antica kora tarantina saranno organizzate in un sistema- parco per far provare ai turisti, sulla scena degli stessi paesaggi dell’antichità, l’emozione del “vivere in Magna Grecia”. La realizzazione di questa iniziativa sarà possibile facendo diventare il sistema museale tarantino, da strutturare come polo di sperimentazione delle più avanzate tecniche scientifiche della fruizione dei beni culturali, in grado di collegarsi alle aree museali ed archeologiche dell’Europa: un “Museo Europeo”, corredato anche dalla riproposizione delle grandi opere dell’arte tarantine (in originale o copia) ospitate nei vari musei del mondo». La città si propone dunque di rimettere in moto la storia, «liberandola dal provincialismo e dalle aggressioni delle tante, varie e incontrollate speculazioni».
Quale è la sfida principale che tale titolo comporterebbe?
«Dare una nuova identità alla città di Taranto per assicurare ai cittadini benessere culturale, economico, ambientale e sociale». La città favorirà, il mutamento della sua immagine nell’opinione pubblica nazionale e internazionale; la costruzione di una strategia di sviluppo fondata sul sapere, sull’uso delle tecnologie più avanzate e sulla partecipazione di tutti i cittadini, dalle minoranze etniche ai disagiati e la realizzazione di un modello di buone pratiche di rinnovamento per le città europee.
Quali sono gli obiettivi della città per l’anno 2019?
«Lo sviluppo delle attività culturali per cittadini europei in un ambiente risanato e riconquistato; la rigenerazione urbana in funzione di una migliore qualità della vita e della promozione turistica delle bellezze naturali, storiche e artistiche; l’inserimento della città nel circuito turistico culturale internazionale; occupazione, benessere e certezze di futuro ai futuri cittadini di Taranto; sviluppare il settore terziario (turismo) che può garantire benessere sociale, culturale, economico e ambientale».
Il Progetto è stato dunque concepito per individuare una strategia di sviluppo finalizzato «al miglioramento della qualità della vita cittadina; alla condivisione per riappropriarsi delle proprie origini, creando il desiderio di riscatto per la città e stimolando maggiore senso di responsabilità civica, rendendo ogni cittadino protagonista del percorso di cambiamento». Scorrendo le pagine del dossier, seguono lunghe descrizioni sulle risorse naturali del nostro territorio e si fa riferimento alle eccellenze enogastronomiche.
Se la città fosse nominata Capitale Europea della Cultura, quali sarebbero gli effetti di medio e di lungo termine di tale avvenimento da un punto di vista sociale, culturale e urbano?
«La città nel medio periodo avrebbe un’iniezione di fiducia che aprirebbe alla speranza, alla partecipazione, alla voglia di mettersi in gioco. Si creerebbe animazione sociale, si darebbe vita a spazi di partecipazione reali e virtuali. La cultura sarebbe avvertita come promotrice di cambiamento. Nel lungo periodo si consoliderebbe l’idea che la cultura, la conoscenza, il sapere sono le vere ricchezze di chi, come Taranto, non è terra di petrolio. È terra di bellezze naturali e artistiche che devono, attraverso la cultura, diventare patrimonio dell’umanità da valorizzare, conservare, tutelare e far conoscere e creare sviluppo economico sostenibile.
Una sfida da vincere per ritrovarsi: la ripresa della crescita sociale, culturale e urbana della città e dei cittadini di Taranto, della Puglia e dell’Italia meridionale.
Ma l’effetto fondamentale e decisivo sarebbe quello di ottenere un incremento occupazionale nei settori dei quali è stata sottovalutata l’opportunità. I giovani laureati costretti a trasferirsi potrebbero avere un’occasione per le professionalità acquisite». Le iniziative pensate e proposte per l'anno 2019, e due appendici, una sulla programmazione culturale e l'altra sugli aspetti finanziari, concludono il documento di candidatura.
Di seguito, alcuni passaggi dell'elaborato definitivo, inviato nei giorni scorsi agli organi che ne dovranno giudicare i contenuti.
Perché la città desidera partecipare alla competizione per il titolo di Capitale Europea della Cultura?
«La partecipazione di Taranto alla candidatura di Capitale Europea della Cultura si fonda su solide basi stratificatesi nel corso dei millenni. Il dato di maggior valore è tuttora riconoscibile nel complesso naturale e paesaggistico che, per quanto manomesso, alterato, eccessivamente urbanizzato, esprime con grande evidenza, le vocazioni culturali, sociali ed economiche del territorio jonico. Tale rapporto con il mare si articola, sia nella grande rada esterna di mar Grande, che collega la città ai grandi traffici, al mondo, promuovendo il suo ruolo di Capitale in diversi momenti della storia, sia nell'intimo e protetto seno di mar Piccolo, centro dalla storia più intima della città». Il Progetto intende pertanto riportare nell’attualità le antiche funzioni del mare, «intervenendo nella valorizzazione dei traffici commerciali internazionali ed in quelli turistici, aggiornando l’antica attrazione da sempre esercitata da Taranto sulle rotte europee e mediterranee». Nel documento viene anche ricordata l'importanza di Taras, che diede origine alla storia culturale di Roma. Taranto è infatti presente nella poesia latina di Orazio, Virgilio e Properzio e nella poesia neolatina di Giovanni Pascoli. A tal scopo la città, «è obbligata, dalle pressioni della storia, ad aprire al mondo dei giovani il lascito culturale rianimato in proposte artistiche, filmiche e poetiche da promuovere in Europa con incontri e festival biennali. Il Progetto si propone di aggiornare, diffondere e consolidare queste conoscenze, istituendo continui incontri e scambi con i giovani europei, rafforzando i gemellaggi, oltre quelli già esistenti con città dell’Europa».
Inoltre «le vaste aree archeologiche dell’antica kora tarantina saranno organizzate in un sistema- parco per far provare ai turisti, sulla scena degli stessi paesaggi dell’antichità, l’emozione del “vivere in Magna Grecia”. La realizzazione di questa iniziativa sarà possibile facendo diventare il sistema museale tarantino, da strutturare come polo di sperimentazione delle più avanzate tecniche scientifiche della fruizione dei beni culturali, in grado di collegarsi alle aree museali ed archeologiche dell’Europa: un “Museo Europeo”, corredato anche dalla riproposizione delle grandi opere dell’arte tarantine (in originale o copia) ospitate nei vari musei del mondo». La città si propone dunque di rimettere in moto la storia, «liberandola dal provincialismo e dalle aggressioni delle tante, varie e incontrollate speculazioni».
Quale è la sfida principale che tale titolo comporterebbe?
«Dare una nuova identità alla città di Taranto per assicurare ai cittadini benessere culturale, economico, ambientale e sociale». La città favorirà, il mutamento della sua immagine nell’opinione pubblica nazionale e internazionale; la costruzione di una strategia di sviluppo fondata sul sapere, sull’uso delle tecnologie più avanzate e sulla partecipazione di tutti i cittadini, dalle minoranze etniche ai disagiati e la realizzazione di un modello di buone pratiche di rinnovamento per le città europee.
Quali sono gli obiettivi della città per l’anno 2019?
«Lo sviluppo delle attività culturali per cittadini europei in un ambiente risanato e riconquistato; la rigenerazione urbana in funzione di una migliore qualità della vita e della promozione turistica delle bellezze naturali, storiche e artistiche; l’inserimento della città nel circuito turistico culturale internazionale; occupazione, benessere e certezze di futuro ai futuri cittadini di Taranto; sviluppare il settore terziario (turismo) che può garantire benessere sociale, culturale, economico e ambientale».
Il Progetto è stato dunque concepito per individuare una strategia di sviluppo finalizzato «al miglioramento della qualità della vita cittadina; alla condivisione per riappropriarsi delle proprie origini, creando il desiderio di riscatto per la città e stimolando maggiore senso di responsabilità civica, rendendo ogni cittadino protagonista del percorso di cambiamento». Scorrendo le pagine del dossier, seguono lunghe descrizioni sulle risorse naturali del nostro territorio e si fa riferimento alle eccellenze enogastronomiche.
Se la città fosse nominata Capitale Europea della Cultura, quali sarebbero gli effetti di medio e di lungo termine di tale avvenimento da un punto di vista sociale, culturale e urbano?
«La città nel medio periodo avrebbe un’iniezione di fiducia che aprirebbe alla speranza, alla partecipazione, alla voglia di mettersi in gioco. Si creerebbe animazione sociale, si darebbe vita a spazi di partecipazione reali e virtuali. La cultura sarebbe avvertita come promotrice di cambiamento. Nel lungo periodo si consoliderebbe l’idea che la cultura, la conoscenza, il sapere sono le vere ricchezze di chi, come Taranto, non è terra di petrolio. È terra di bellezze naturali e artistiche che devono, attraverso la cultura, diventare patrimonio dell’umanità da valorizzare, conservare, tutelare e far conoscere e creare sviluppo economico sostenibile.
Una sfida da vincere per ritrovarsi: la ripresa della crescita sociale, culturale e urbana della città e dei cittadini di Taranto, della Puglia e dell’Italia meridionale.
Ma l’effetto fondamentale e decisivo sarebbe quello di ottenere un incremento occupazionale nei settori dei quali è stata sottovalutata l’opportunità. I giovani laureati costretti a trasferirsi potrebbero avere un’occasione per le professionalità acquisite». Le iniziative pensate e proposte per l'anno 2019, e due appendici, una sulla programmazione culturale e l'altra sugli aspetti finanziari, concludono il documento di candidatura.
Boom di presenze al Castello Aragonese
Sono oltre diciottomila e trecento i turisti che soltanto nel mese di agosto hanno visitato il Castello Aragonese, con un incremento del 15 % rispetto all'anno scorso. Dai sedicimila visitatori del 2012, si è passati ad un aumento di circa duemila viaggiatori nel 2013.
I dati parlano chiaro. Quello che si è appena concluso è il mese con il più alto afflusso di visitatori da quando il castello Aragonese ha aperto le porte al pubblico per le visite guidate.
Soltanto ad agosto, più di 9500 turisti provenienti dal resto d'Italia, un 40% in più rispetto ai seimila e ottocento del 2012, hanno fatto tappa a Taranto. Mentre si attestano oltre 1200 stranieri, quasi il doppio rispetto all'anno precedente.
Per Taranto e provincia si è passati invece, sempre nel mese di agosto, da oltre ottomila presenze in un mese nel 2012, a settemila, mille in meno, quest'anno.
L'afflusso turistico di stranieri e visitatori del resto d'Italia è dunque sicuramente maggiore rispetto all'afflusso turistico locale, almeno nel periodo estivo. Una tendenza questa che si sta accentuando sempre più nel tempo. Gli stranieri infatti, rappresentano almeno i due terzi di tutti i visitatori del Castello Aragonese. Significativo è la concentrazione di una percentuale molto alta di turisti, nelle fasce orarie notturne, dalle 20 alle 3 di notte, favorendo pertanto la permanenza degli stessi, in città per tutta la sera.
Dati assolutamente confortanti che dimostrano l'importanza strategica della struttura militare sul nostro territorio, come principale attrattore nel capoluogo ionico, e capace di creare economica. Basti pensare, da un'analisi dei dati fornitoci dall'ammiraglio Francesco Ricci, che dall'inizio dell'anno 2013 ad oggi, si contano più di 66mila visitatori, in netto aumento rispetto al 2012 che invece ne registrava quasi 57mila e 500.
Dal 2005 ad oggi, da quando cioè il Castello si scopre al pubblico, il numero dei turisti è raddoppiato di anno in anno, portando a Taranto complessivamente 321mila e 837 visitatori in nove anni.
Nello specifico, si è passati dalle 10mila presenze del 2005 alle 17mila nel 2006. Quasi 25mila visitatori nel 2008 e 32 mila nel 2010. Un significativo aumento si è poi attestato solo nel 2011 raggiungendo i 58mila turisti e più di 72mila nel 2012.
Il castello Aragonese continua a vantare cifre di tutto rispetto, che gli consentono di godere di aggiudicarsi il settimo posto tra le mete turistiche pugliesi, consigliate da Tripadvisor.
I dati parlano chiaro. Quello che si è appena concluso è il mese con il più alto afflusso di visitatori da quando il castello Aragonese ha aperto le porte al pubblico per le visite guidate.
Soltanto ad agosto, più di 9500 turisti provenienti dal resto d'Italia, un 40% in più rispetto ai seimila e ottocento del 2012, hanno fatto tappa a Taranto. Mentre si attestano oltre 1200 stranieri, quasi il doppio rispetto all'anno precedente.
Per Taranto e provincia si è passati invece, sempre nel mese di agosto, da oltre ottomila presenze in un mese nel 2012, a settemila, mille in meno, quest'anno.
L'afflusso turistico di stranieri e visitatori del resto d'Italia è dunque sicuramente maggiore rispetto all'afflusso turistico locale, almeno nel periodo estivo. Una tendenza questa che si sta accentuando sempre più nel tempo. Gli stranieri infatti, rappresentano almeno i due terzi di tutti i visitatori del Castello Aragonese. Significativo è la concentrazione di una percentuale molto alta di turisti, nelle fasce orarie notturne, dalle 20 alle 3 di notte, favorendo pertanto la permanenza degli stessi, in città per tutta la sera.
Dati assolutamente confortanti che dimostrano l'importanza strategica della struttura militare sul nostro territorio, come principale attrattore nel capoluogo ionico, e capace di creare economica. Basti pensare, da un'analisi dei dati fornitoci dall'ammiraglio Francesco Ricci, che dall'inizio dell'anno 2013 ad oggi, si contano più di 66mila visitatori, in netto aumento rispetto al 2012 che invece ne registrava quasi 57mila e 500.
Dal 2005 ad oggi, da quando cioè il Castello si scopre al pubblico, il numero dei turisti è raddoppiato di anno in anno, portando a Taranto complessivamente 321mila e 837 visitatori in nove anni.
Nello specifico, si è passati dalle 10mila presenze del 2005 alle 17mila nel 2006. Quasi 25mila visitatori nel 2008 e 32 mila nel 2010. Un significativo aumento si è poi attestato solo nel 2011 raggiungendo i 58mila turisti e più di 72mila nel 2012.
Il castello Aragonese continua a vantare cifre di tutto rispetto, che gli consentono di godere di aggiudicarsi il settimo posto tra le mete turistiche pugliesi, consigliate da Tripadvisor.
Capitale della Cultura: la candidatura è pronta!
I cinque gruppi di lavoro hanno consegnato al primo cittadino, Ezio Stefano, il dossier per la presentazione della candidatura di Taranto a Capitale della Cultura Europea per l'anno 2019.
I tavoli di lavoro (cultura, sociale,infrastrutture e rigenerazione urbana, turismo e comunicazione), al termine di un'estate calda e torrida, hanno presentato al sindaco il proprio lavoro, che verrà giudicato da una commissione, il prossimo 20 settembre.
Una giuria composta da 13 membri, sette di nomina dell'Unione Europea e e sei del Ministero dei Beni culturali, vaglierà infatti tutte le candidature pervenute, per una prima selezione delle città che potrebbero aspirare all'ambito riconoscimento culturale europeo.
Per seguire gli aggiornamenti ed essere costantemente informati, visitare il sito: http://www.taranto2019.it/.
I tavoli di lavoro (cultura, sociale,infrastrutture e rigenerazione urbana, turismo e comunicazione), al termine di un'estate calda e torrida, hanno presentato al sindaco il proprio lavoro, che verrà giudicato da una commissione, il prossimo 20 settembre.
Una giuria composta da 13 membri, sette di nomina dell'Unione Europea e e sei del Ministero dei Beni culturali, vaglierà infatti tutte le candidature pervenute, per una prima selezione delle città che potrebbero aspirare all'ambito riconoscimento culturale europeo.
Per seguire gli aggiornamenti ed essere costantemente informati, visitare il sito: http://www.taranto2019.it/.
Luci accese nel Borgo Antico: torna L'ISOLA CHE VOGLIAMO
È partito il countdown per l'evento estivo made in Taranto. Torna in scena “L'isola che vogliamo”, la manifestazione giunta alla sua terza edizione e che quest'anno più che in passato, mostra l'assoluto ed il rinvigorito impegno, per «sfatare i pregiudizi che da oltre un anno continuano a mostrare solo il lato peggiore della nostra terra». In una kermesse di arte, musica, enogastronomia e spettacolo, si riaccendono le luci nel Borgo Antico di Taranto, scrigno di inestimabile valore per il suo patrimonio storico, architettonico, monumentale ed enogastronomico, tra i più rilevanti in Puglia ed in Italia.
“L'isola che vogliamo” volta le spalle al più imponente siderurgico industriale e diventa per il prossimo mese, il pretesto per immergersi tra i vicoli della città vecchia, un tempo culla della Magna Grecia, alla ricerca degli aspetti più affascinanti e suggestivi del capoluogo ionico. Un viaggio tra i tesori nascosti del borgo antico, e dei sapori tipici della nostra terra e del nostro mare.
Quattro appuntamenti, a cominciare dal prossimo 31 luglio e per ogni mercoledì di agosto (7, 21 e 28) scandiranno le tappe della manifestazione, dedicata a Lucio Dione. Quattro mercoledì d'estate per raccontare, attraverso percorsi tematici differenti per ciascuna giornata, la storia di Taranto, ed oltre venti postazioni dislocate all'interno del borgo antico, in cui si alterneranno concerti, spettacoli di danza, performance teatrali, laboratori culturali e degustazioni. Ed ancora mostre, dibattiti, visite guidate ed eccezionalmente per quest'anno, rievocazioni storiche con oltre cento figuranti in costumi d'epoca, legati ad eventi importanti della vita della città, a cura dell'associazione culturale “Maria D'Enghien”. Si parte il 31 luglio alle 20:30 con spettacoli ed eventi dedicati al medioevo. Un teatro itinerante, immerso nello storico scenario del borgo antico, pieno di colori, tradizioni e costumi. Il valore aggiunto della terza edizione de “L'isola che vogliamo”, che a detta di Santacroce, supererà le centomila presenza totali per tutto il mese di agosto, è la partecipazione dell'Arcidiocesi che metterà a disposizione chiese e palazzi storici fino ad oggi off limits, oltre poi all'intervento diretto dell'assessore alle risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni. In Piazza Castello, verrà infatti allestita un'area food dedicata alle eccellenze enogastronomiche del nostro territorio e alla partecipazione di numerose aziende private e masserie didattiche della Puglia.
Per maggiori informazioni: http://www.isolachevogliamo.it/
“L'isola che vogliamo” volta le spalle al più imponente siderurgico industriale e diventa per il prossimo mese, il pretesto per immergersi tra i vicoli della città vecchia, un tempo culla della Magna Grecia, alla ricerca degli aspetti più affascinanti e suggestivi del capoluogo ionico. Un viaggio tra i tesori nascosti del borgo antico, e dei sapori tipici della nostra terra e del nostro mare.
Quattro appuntamenti, a cominciare dal prossimo 31 luglio e per ogni mercoledì di agosto (7, 21 e 28) scandiranno le tappe della manifestazione, dedicata a Lucio Dione. Quattro mercoledì d'estate per raccontare, attraverso percorsi tematici differenti per ciascuna giornata, la storia di Taranto, ed oltre venti postazioni dislocate all'interno del borgo antico, in cui si alterneranno concerti, spettacoli di danza, performance teatrali, laboratori culturali e degustazioni. Ed ancora mostre, dibattiti, visite guidate ed eccezionalmente per quest'anno, rievocazioni storiche con oltre cento figuranti in costumi d'epoca, legati ad eventi importanti della vita della città, a cura dell'associazione culturale “Maria D'Enghien”. Si parte il 31 luglio alle 20:30 con spettacoli ed eventi dedicati al medioevo. Un teatro itinerante, immerso nello storico scenario del borgo antico, pieno di colori, tradizioni e costumi. Il valore aggiunto della terza edizione de “L'isola che vogliamo”, che a detta di Santacroce, supererà le centomila presenza totali per tutto il mese di agosto, è la partecipazione dell'Arcidiocesi che metterà a disposizione chiese e palazzi storici fino ad oggi off limits, oltre poi all'intervento diretto dell'assessore alle risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni. In Piazza Castello, verrà infatti allestita un'area food dedicata alle eccellenze enogastronomiche del nostro territorio e alla partecipazione di numerose aziende private e masserie didattiche della Puglia.
Per maggiori informazioni: http://www.isolachevogliamo.it/
La "testa di Augusto" diventa patrimonio dell'Unesco
Il ritratto marmoreo dell'imperatore dal capo velato è uno dei reperti di maggior prestigio che il Museo Archeologico di Taranto vanta e conserva. Occupa infatti una posizione di rilievo, dominando l'intera Sala XIV del Marta, dove attualmente è esposta.
In occasione del decennio internazionale 2000-2010 per la promozione di una cultura di pace e della non violenza, fu proposto dall'Unesco il progetto “Monumenti e Siti testimoni di pace dell'umanità”, il cui scopo, era individuare un monumento dal forte valore artistico culturale che abbia rappresentato e rappresenti ancora un simbolo di pace e sia sentito come tale anche dai cittadini ai quali il bene appartiene. Fu così che il Club Unesco Taranto presieduto da Carmen Galluzzo Motolese, con la collaborazione dalla Sopraintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, dallo stesso Museo e dall'associazione culturale “Marco Motolese”, nel dicembre 2010 rispose all'appello della “Federazione Italiana Club e centri Unesco”, proponendo così la Testa di marmo di Augusto“Capite velato”, come simbolo di pace, in quanto considerato ancora oggi dal mondo contemporaneo il fondatore della cultura politica della pace e dell'integrazione tra i popoli.
La richiesta inviata dal Club Unesco di Taranto ebbe anche il sostegno delle autorità civili, militari, religiose, scolastiche, delle associazioni e dei cittadini attraverso una sottoscrizione che ha raccolto oltre tremila firme. La Commissione Unesco, nell'ambito del programma “Monumento testimone di una cultura di pace”, mediante l'intermediazione del presidente Nazionale Ficlu, Maria Luisa Stringa, delegata per l'Italia a rappresentare il programma Unesco, ha dunque concesso l'ambito riconoscimento al Museo Nazionale Archeologico di Taranto e dichiarato il ritratto marmoreo di Augusto, “Patrimonio, testimone di una cultura di pace, dell'umanità”.
In Puglia solo altri tre monumenti sono stati riconosciuti come messaggeri di pace: la cattedrale di Trani, il borgo antico di Otranto ed il Dolmen di Bisceglie.
Ora è la volta del Marta.
«Tra i reperti più rilevanti del Museo di Taranto si inserisce la testa di marmo dell'imperatore Augusto, che riveste un significato particolare per la città antica, valido ancora oggi. La scelta di Augusto rispondeva all'esigenza di ricordare a tutta la popolazione il ruolo civico e la devozione religiosa dell'Imperatore, sottolineando il suo impegno nella pacificazione dell'impero.- argomenta Antonietta Dell'Aglio, direttore del Marta- È infatti nella pax augustea che può essere ricollegata la rinascita della città romana, per cui il ritratto dell'imperatore dal capo velato continua a simboleggiare la sua pietas in campo religioso e la sua aspirazione alla pace».
Sabato 15 giugno, Maria Luisa Stringa, membro del Consiglio esecutivo mondiale dell'Unesco, nonché presidente onoraria della Federazione Europea e presidente emerito del “Ficlu Unesco” presiederà la cerimonia di consegna della targa celebrativa per attribuire ufficialmente al Museo Nazionale Archeologico di Taranto, il riconoscimento di “Monumento testimone di una Cultura di Pace”. Seguirà un convegno sulla valorizzazione del patrimonio locale attraverso le indicazioni Unesco e sull'impegno del Club Taranto per la rinascita culturale della città di Taranto.
In occasione del decennio internazionale 2000-2010 per la promozione di una cultura di pace e della non violenza, fu proposto dall'Unesco il progetto “Monumenti e Siti testimoni di pace dell'umanità”, il cui scopo, era individuare un monumento dal forte valore artistico culturale che abbia rappresentato e rappresenti ancora un simbolo di pace e sia sentito come tale anche dai cittadini ai quali il bene appartiene. Fu così che il Club Unesco Taranto presieduto da Carmen Galluzzo Motolese, con la collaborazione dalla Sopraintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, dallo stesso Museo e dall'associazione culturale “Marco Motolese”, nel dicembre 2010 rispose all'appello della “Federazione Italiana Club e centri Unesco”, proponendo così la Testa di marmo di Augusto“Capite velato”, come simbolo di pace, in quanto considerato ancora oggi dal mondo contemporaneo il fondatore della cultura politica della pace e dell'integrazione tra i popoli.
La richiesta inviata dal Club Unesco di Taranto ebbe anche il sostegno delle autorità civili, militari, religiose, scolastiche, delle associazioni e dei cittadini attraverso una sottoscrizione che ha raccolto oltre tremila firme. La Commissione Unesco, nell'ambito del programma “Monumento testimone di una cultura di pace”, mediante l'intermediazione del presidente Nazionale Ficlu, Maria Luisa Stringa, delegata per l'Italia a rappresentare il programma Unesco, ha dunque concesso l'ambito riconoscimento al Museo Nazionale Archeologico di Taranto e dichiarato il ritratto marmoreo di Augusto, “Patrimonio, testimone di una cultura di pace, dell'umanità”.
In Puglia solo altri tre monumenti sono stati riconosciuti come messaggeri di pace: la cattedrale di Trani, il borgo antico di Otranto ed il Dolmen di Bisceglie.
Ora è la volta del Marta.
«Tra i reperti più rilevanti del Museo di Taranto si inserisce la testa di marmo dell'imperatore Augusto, che riveste un significato particolare per la città antica, valido ancora oggi. La scelta di Augusto rispondeva all'esigenza di ricordare a tutta la popolazione il ruolo civico e la devozione religiosa dell'Imperatore, sottolineando il suo impegno nella pacificazione dell'impero.- argomenta Antonietta Dell'Aglio, direttore del Marta- È infatti nella pax augustea che può essere ricollegata la rinascita della città romana, per cui il ritratto dell'imperatore dal capo velato continua a simboleggiare la sua pietas in campo religioso e la sua aspirazione alla pace».
Sabato 15 giugno, Maria Luisa Stringa, membro del Consiglio esecutivo mondiale dell'Unesco, nonché presidente onoraria della Federazione Europea e presidente emerito del “Ficlu Unesco” presiederà la cerimonia di consegna della targa celebrativa per attribuire ufficialmente al Museo Nazionale Archeologico di Taranto, il riconoscimento di “Monumento testimone di una Cultura di Pace”. Seguirà un convegno sulla valorizzazione del patrimonio locale attraverso le indicazioni Unesco e sull'impegno del Club Taranto per la rinascita culturale della città di Taranto.
Capitale europea della cultura: Taranto c'è!
Taranto, candidata a capitale europea della cultura.
Come già dal 1985, viene individuata una città dell'Unione europea che, ottenuto il riconoscimento, per un intero anno ha la possibilità di manifestare la sua vita e il suo sviluppo culturale, con notevoli vantaggi in termini socio-economici.
Un progetto a lungo termine questo, che in Italia si concretizzerà tra sei anni, nel 2019, motivo per cui, già si lavora alle candidature. A tal scopo, ieri mattina, è stata sottoscritta l'intesa tra il sindaco di Bari, Michele Emiliano e quello di Taranto, Ezio Stefàno, per candidare il capoluogo ionico come capitale della cultura europea.
Ad aprire l'incontro, una cerimonia di benvenuto a cura dell'associazione “Taranto Spartana”. Una rappresentazione scenica in abiti dell'antica Grecia, che ha di fatto sottolineato il valore aggiunto di cui gode Taranto, culla della Magna Grecia e luogo ricco di storia. Il progetto condiviso di promozione dell'intera regione per la valorizzazione della storia, dell'identità e delle bellezze del territorio pugliese ha spinto dunque il sindaco Emiliano, ad avanzare la proposta di unire la Puglia in un'unica grande candidatura con Taranto capofila.
«Dobbiamo essere compatti senza creare campanilismi tra le già candidate Bari, Lecce e Brindisi», dice infatti, mostrando profondo rispetto ed orgoglio per la città dei due mari. «Questa candidatura deve essere una sfida, e per vincere la concorrenza degli altri capoluoghi sarà necessario il lavoro di squadra», argomenta.
Diciotto le città italiane, di grande spessore, che si sono già candidate, tra cui Venezia, Siena, Amalfi, Palermo, Perugia e Matera, che di fatto rendono complicata la competizione. «Mi piacerebbe vincerla questa battaglia. - dichiara Emiliano- Abbiamo riflettuto a lungo su come impostare a livello regionale questa sfida che in realtà, nessuna città pugliese era in grado di affrontare da sola. Abbiamo pensato ad una maniera per rappresentare tutti gli altri capoluoghi di tutte le altre province. Il pensiero è andato a Taranto non solo per il momento che la città vive, ma anche per le sue antichissime radici. Abbiamo pensato che tramite Taranto, la Puglia potesse essere rappresentata nel suo complesso e che tutte le minacce che incombono su di noi potessero essere trasformate in opportunità. Questo passaggio ci mette tutti alla prova, ci sono delle responsabilità da assumersi. Dobbiamo insistere su questa strada e ricordarci da dove veniamo per andare verso un futuro migliore». Investire nella cultura per rilanciare lo sviluppo economico della città dunque. È l'obiettivo che si intende perseguire con assoluta dedizione.
All'incontro nel Salone degli Specchi, al quale hanno preso parte i rappresentanti delle istituzioni locali, sono intervenuti il presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, il Sindaco Stefàno ed il consigliere Gianni Liviano. «Noi avevamo già avanzato nel marzo 2012 questa istanza , presentata in giunta dall'assessore Mario Pennuzzi.-osserva il primo cittadino di Taranto- La novità sta nel fatto che questo riconoscimento adesso proviene da altre città ed in particolar modo da Bari. Taranto merita di essere la capitale della cultura ma, ci tengo a sottolinearlo, raggiungeremo lo scopo solo lavorando tutti insieme. Abbiamo bisogno di dialogare per raggiungere in maniera condivisa gli stessi traguardi».
Entro settembre, per la preselezione, dovrà essere formalizzata la candidatura di Taranto. Un apposito comitato dovrà individuare una rosa di città che concorreranno poi alla designazione,nel 2015, della capitale europea della cultura.
«Dobbiamo vivere questa sfida per rompere l'isolamento in cui oggettivamente ci troviamo. - argomenta il presidente Florido- È una competizione difficile, ma inviterei a superare il nostro personale e legittimo scetticismo per riscattare la nostra città».
Come già dal 1985, viene individuata una città dell'Unione europea che, ottenuto il riconoscimento, per un intero anno ha la possibilità di manifestare la sua vita e il suo sviluppo culturale, con notevoli vantaggi in termini socio-economici.
Un progetto a lungo termine questo, che in Italia si concretizzerà tra sei anni, nel 2019, motivo per cui, già si lavora alle candidature. A tal scopo, ieri mattina, è stata sottoscritta l'intesa tra il sindaco di Bari, Michele Emiliano e quello di Taranto, Ezio Stefàno, per candidare il capoluogo ionico come capitale della cultura europea.
Ad aprire l'incontro, una cerimonia di benvenuto a cura dell'associazione “Taranto Spartana”. Una rappresentazione scenica in abiti dell'antica Grecia, che ha di fatto sottolineato il valore aggiunto di cui gode Taranto, culla della Magna Grecia e luogo ricco di storia. Il progetto condiviso di promozione dell'intera regione per la valorizzazione della storia, dell'identità e delle bellezze del territorio pugliese ha spinto dunque il sindaco Emiliano, ad avanzare la proposta di unire la Puglia in un'unica grande candidatura con Taranto capofila.
«Dobbiamo essere compatti senza creare campanilismi tra le già candidate Bari, Lecce e Brindisi», dice infatti, mostrando profondo rispetto ed orgoglio per la città dei due mari. «Questa candidatura deve essere una sfida, e per vincere la concorrenza degli altri capoluoghi sarà necessario il lavoro di squadra», argomenta.
Diciotto le città italiane, di grande spessore, che si sono già candidate, tra cui Venezia, Siena, Amalfi, Palermo, Perugia e Matera, che di fatto rendono complicata la competizione. «Mi piacerebbe vincerla questa battaglia. - dichiara Emiliano- Abbiamo riflettuto a lungo su come impostare a livello regionale questa sfida che in realtà, nessuna città pugliese era in grado di affrontare da sola. Abbiamo pensato ad una maniera per rappresentare tutti gli altri capoluoghi di tutte le altre province. Il pensiero è andato a Taranto non solo per il momento che la città vive, ma anche per le sue antichissime radici. Abbiamo pensato che tramite Taranto, la Puglia potesse essere rappresentata nel suo complesso e che tutte le minacce che incombono su di noi potessero essere trasformate in opportunità. Questo passaggio ci mette tutti alla prova, ci sono delle responsabilità da assumersi. Dobbiamo insistere su questa strada e ricordarci da dove veniamo per andare verso un futuro migliore». Investire nella cultura per rilanciare lo sviluppo economico della città dunque. È l'obiettivo che si intende perseguire con assoluta dedizione.
All'incontro nel Salone degli Specchi, al quale hanno preso parte i rappresentanti delle istituzioni locali, sono intervenuti il presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, il Sindaco Stefàno ed il consigliere Gianni Liviano. «Noi avevamo già avanzato nel marzo 2012 questa istanza , presentata in giunta dall'assessore Mario Pennuzzi.-osserva il primo cittadino di Taranto- La novità sta nel fatto che questo riconoscimento adesso proviene da altre città ed in particolar modo da Bari. Taranto merita di essere la capitale della cultura ma, ci tengo a sottolinearlo, raggiungeremo lo scopo solo lavorando tutti insieme. Abbiamo bisogno di dialogare per raggiungere in maniera condivisa gli stessi traguardi».
Entro settembre, per la preselezione, dovrà essere formalizzata la candidatura di Taranto. Un apposito comitato dovrà individuare una rosa di città che concorreranno poi alla designazione,nel 2015, della capitale europea della cultura.
«Dobbiamo vivere questa sfida per rompere l'isolamento in cui oggettivamente ci troviamo. - argomenta il presidente Florido- È una competizione difficile, ma inviterei a superare il nostro personale e legittimo scetticismo per riscattare la nostra città».
03.04.2013
Il 16 e il 17 marzo 2013, nell'istituto Salesiano Sacro Cuore a Roma, si è svolta la 28° Assemblea Nazionale del Tgs.
Per Taranto, hanno partecipato al confronto Fabio Setaro, in qualità di presidente del TGS Delfino Taranto, Massimiliano Spezzano come presidente nazionale e Miriam Clemente.
All'ordine del giorno, il dibattito e l'approvazione della relazione del Presidente, il bilancio consuntivo 2011 e di quello preventivo del 2012.
in particolare, nella giornata di sabato 16 marzo, è stata anche affrontata una tematica tanto interessante quanto utile per tutti i presenti, a cura del relatore Francesco Giuri.
“La progettazione nell’ambito del turismo sociale e sostenibile”, questo il titolo della sua relazione argomentata nel corso della due giorni di confronto nazionale. Si è infatti sottolineata l'importanza di ripensare a nuove idee progettuali coinvolgenti ed attrattive, capaci di trasmettere e promuovere con rinnovato e rinvigorito spirito, le attività del Turismo Giovanile Salesiano secondo le linee guida della sua mission salesiana.
È stato inoltre, motivo di grande soddisfazione per l'associazione tarantina,conoscere i gratificanti risultati ottenuti da “Le Passeggiate di don Bosco”.
Tra le attività delle tredici regioni partecipanti all'iniziativa infatti, quelle della Puglia si sono distinte per la loro originalità.
Il progetto, che prevede tredici passeggiate in tredici regioni italiane, si concluderà quest’estate quando tutti i gruppi aderenti all’iniziativa e provenienti da tutta Italia, si daranno appuntamento in Piemonte il prossimo agosto, per l’ultima passeggiata , la quattordicesima.
Per Taranto, hanno partecipato al confronto Fabio Setaro, in qualità di presidente del TGS Delfino Taranto, Massimiliano Spezzano come presidente nazionale e Miriam Clemente.
All'ordine del giorno, il dibattito e l'approvazione della relazione del Presidente, il bilancio consuntivo 2011 e di quello preventivo del 2012.
in particolare, nella giornata di sabato 16 marzo, è stata anche affrontata una tematica tanto interessante quanto utile per tutti i presenti, a cura del relatore Francesco Giuri.
“La progettazione nell’ambito del turismo sociale e sostenibile”, questo il titolo della sua relazione argomentata nel corso della due giorni di confronto nazionale. Si è infatti sottolineata l'importanza di ripensare a nuove idee progettuali coinvolgenti ed attrattive, capaci di trasmettere e promuovere con rinnovato e rinvigorito spirito, le attività del Turismo Giovanile Salesiano secondo le linee guida della sua mission salesiana.
È stato inoltre, motivo di grande soddisfazione per l'associazione tarantina,conoscere i gratificanti risultati ottenuti da “Le Passeggiate di don Bosco”.
Tra le attività delle tredici regioni partecipanti all'iniziativa infatti, quelle della Puglia si sono distinte per la loro originalità.
Il progetto, che prevede tredici passeggiate in tredici regioni italiane, si concluderà quest’estate quando tutti i gruppi aderenti all’iniziativa e provenienti da tutta Italia, si daranno appuntamento in Piemonte il prossimo agosto, per l’ultima passeggiata , la quattordicesima.
20.01.2013
Girovagando per la Puglia - Le passeggiate di Don Bosco. Per maggiori informazioni clicca qui 20.05.2012
Alla scoperta di Torino e dei luoghi salesiani - 14-18 agosto 2012. Per maggiori informazioni clicca qui 27.02.2012
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